Dopo la positiva esperienza della costruzione del capanno birdwatching del febbraio 2012 presso la Vasca Perdalonga, all’interno del Parco Naturale Regionale Molentargius Saline (Quartu Sant’Elena-Cagliari), dopo circa un anno ci è stato richiesto di realizzare un nuovo capanno con caratteristiche simili. Sulla base della pratica dell’anno precedente abbiamo deciso di apportare solo alcune piccole modifiche al progetto, senza cambiarne le qualità generali, ma perfezionando quegli aspetti formali e strutturali che potevano essere migliorati. In dettaglio è stata abbassata l’altezza tra il piano di calpestio interno e il piano di imposta del tetto, portandolo da 3 m a 2,5 m (per ridurre l’incidenza del vento sulla struttura e per dare al capanno una proporzione più armoniosa e bilanciata), è stato posto un trave di rinforzo sotto al pavimento per impedire anche le minime oscillazioni in caso di forte affluenza di persone (questa modifica è stata apportata anche alla struttura realizzata l’anno scorso) e, infine, è stato aumentato lo spessore del tavolato del tetto di circa un centimetro.
Vi raccontiamo con un pò d’immagini come è andata questa volta (ma ve lo anticipiamo subito: BENISSIMO!!). Ci imbarchiamo lunedì sera da Genova con nostro fuoristrada carico dei bagagli personali e il camion con sopra tutto il materiale da costruzione, il ponteggio, attrezzi, generatore, ecc., siamo in cinque, carichi di entusiasmo, anche se il tempo non promette un granchè, ci sono nuvoloni e molto vento. Dopo quattro ore di viaggio a passo di lumaca dato il carico, compiamo il tragitto Porto Torres-Cagliari e arriviamo nel luogo dove andrà montato il capanno, è martedì pomeriggio, ha smesso di piovere e siamo in mezzo all’ambiente unico e meraviglioso di questo parco. Cominciamo subito con le prime fasi del montaggio, tracciando a terra la posizione dei pilastri. Siamo arrivati a sera e la struttura del capanno è già impostata. Questa è la fase più delicata, perche se non si è precisi sin da subito poi, andando avanti, gli errori si moltiplicano, quindi partire bene sin dall’inizio è fondamentale. Il giorno successivo, mercoledì, prima di iniziare il lavoro, facciamo una passeggiata per vedere il capanno che abbiamo realizzato l’anno scorso. Procediamo coi lavori realizzando la struttura del tetto e le pareti. Alla sera abbiamo finito tutti i quattro i lati. Giovedì mattina ci dedichiamo alla posa del tavolato del tetto, dell’impermeabilizzazione in guaina ardesiata verde e dei faldali di copertura in lamiera. Nel pomeriggio ci aspetta invece un altro nodo delicato quanto fondamentale: la costruzione della scala di accesso al capanno. Nel frattempo posizioniamo i tiranti di rinforzo in acciaio, ed eseguiamo tutti i lavori di finitura (posa dei mancorrenti, cornici alle finestre, serraggio bulloneria, ecc). Venerdì mattina il capanno è concluso. E’ sabato mattina all’alba e dal traghetto si intravede la costa ligure.
Nel piccolo bilancio di questa esperienza dobbiamo ancora una volta ringraziare tutte le persone che abbiamo incontrato, su tutti i responsabili e i dipendenti dell’Ente Parco, per la loro gentilezza e la loro disponibilità, la squadra di lavoro che si è dimostrata ancora una volta affiatata e motivata e, non ultima, la buona sorte per il clima clemente, che ci ha fatto lavorare bene, nelle migliori condizioni di sicurezza.